“A 31 anni è fallito come uomo d’affari;
a 32 anni è stato bocciato a un’elezione;
a 34, altro fallimento;
a 35, gli è morta la donna amata;
a 36, ha avuto un crollo psichico;
a 38, ha perduto un’altra elezione;
a 43, non è riuscito a farsi eleggere al Congresso;
a 46, ci ha riprovato ed è stato bocciato un’altra volta;
a 48, stessa esperienza;
a 55, non è riuscito a farsi eleggere senatore;
a 56, ha perduto la corsa per la vicepresidenza;
a 58, non ha avuto un seggio senatoriale a 60, è stato eletto presidente degli Stati Uniti.
Il nome del personaggio è Abraham Lincoln.”
(A. Robbins “Come ottenere il meglio da sé e dagli altri”)
Ti è mai capitato di fronte ad un fallimento, in una cosa per te importante di dirti:
Basta!
Mollo tutto!
Non è per me!
Non sono capace!
Non ho le qualità per farlo!
In quel momento probabilmente stai dicendo a te stesso:
Se il mio tentativo è fallito io sono un fallito.
Se quello che ho fatto non va bene io non vado bene.
Se ho sbagliato io sono sbagliato.
Tu fai un’azione, fai un tentativo, eppure non sei quell’azione, non sei quel tentativo.
Mentre hai questi pensieri, mentre dici a te stesso queste parole, stai dimenticando che tu sei il cuore del tuo progetto, sei colui che lo anima.
Quando ti fermi a quella singola azione, a quel solo tentativo stai perdendo di vista proprio il progetto, l’obiettivo per raggiungere il quale hai fatto quello passo, quell’azione, quel tentativo.
Davanti ad un fallimento, nel momento in cui qualcosa non va come credevi o volevi, potrebbe essere importante ritornare al perché del tuo progetto, allo scopo, al senso che lo anima, al significato che ha per te.
Magari stai lottando per realizzarti, per migliorare la tua vita e quella degli altri, per dare voce ad una parte di te oppure realizzare qualcosa in cui credi e dare la stessa opportunità ad altre persone.
Qualunque sia il tuo perché, quando senti che questo è un valore, quando senti che dà valore alla tua vita e a ciò che fai, non ti dico resisti, ma ti dico credici.
Questo post parla di te e parla anche un po’ di me proprio ora che ti sto scrivendo e nasce in me il timore di “fallire”, il timore che questo post non piaccia o che non sia perfetto. Se ascoltassi queste mie voci interiori dimenticherei lo scopo per cui lo sto scrivendo: condividere una mia riflessione, condividere con te questo aneddoto che mi ha aiutato a ritornare al mio perché.
Ciao Loretta,
interessante la tua riflessione che scaturisce dal testo che ci parla in sintesi di Abraham Lincoln.
La vita ci mette sempre alla prova per indicarci la via da intraprendere…comprendo il timore di “fallire” la paura di non essere all’altezza…
E così un bel giorno ho deciso di guardarmi dentro, alla ricerca di un senso, uno scopo per cui valesse la pena esserci, in questo tempo…Ho capito che l’obiettivo che sta al di sopra e ne precede ogni altro è la nostra crescita personale, l’espansione della coscienza… , la conoscenza di ciò che realmente siamo. La riflessione che ti ha aiutato a ritrovare il tuo perché è quella di aver scoperto che questa è la tua missione. …
La missione è nello stato di coscienza di un individuo… Insegnare alle persone come tirar fuori il meglio di sé, visto che il meglio risiede nell’anima, in realtà bisogna insegnare come identificarsi con la propria anima, non con la propria personalità… La mente è l’organo di percezione della personalità , mentre il Cuore è l’organo di percezione dell’anima.
L’effettivo ‘ricordo di sé’ è una particolare condizione emotiva di serenità, benessere e apertura del Cuore, non un fenomeno intellettuale.
In tempi come questi, dove l’ansia regna sovrana… siamo chiamati a ri-trovare quell’apertura del cuore necessaria per avere una compassione immensa verso noi stessi e contestualmente verso il mondo che ci circonda.
Nessuno può cambiare la nostra vita, se non cominciamo a raccontare la storia che vogliamo vivere. …
Avere fede e lavorare per ciò che ancora in pochi vedono, fa si che il Nuovo Mondo sia un mondo già in costruzione.
Grazie Loretta per averci creduto…e complimenti per il lavoro che stai svolgendo.
Un abbraccio
Remo
Ciao Remo,
ti ringrazio innanzitutto per aver condiviso qui qualcosa di tuo e del tuo percorso interiore, sono parole che possono arrivare e risuonare in tanti altri. Mi sento di condividere il senso delle tue riflessioni.
Riprendo un’immagine del tuo commento che credo riesca a mettere bene insieme parole come “senso”, “missione”, “anima”, di cui hai parlato:
“Nessuno può cambiare la mia vita se non comincio io a raccontare e scrivere la storia che voglio vivere.”
Grazie!
Un abbraccio a te.
Loretta