Ricordi il gioco del nascondino che facevi da bambino?
L’ultimo giocatore, quello non ancora scoperto, poteva uscire dal suo nascondiglio, arrivare alla tana e pronunciando la fatidica frase “Tana libera tutti!”, poteva in un colpo solo liberare se stesso e tutti gli altri compagni!
Ecco, credo che anche nei “giochi” degli adulti capiti la stessa cosa: quando ti permetti di essere libero, allo stesso tempo permetti agli altri di esserlo.
Quando ti permetti di fare o non fare qualcosa, di essere o non essere in un certo modo, dai anche agli altri la stessa possibilità.
Se concedi a te stesso di poter sbagliare senza nascondere né criticare ciò che hai fatto, puoi accettare anche lo sbaglio dell’altro senza dover giudicare e condannare tutta la sua persona.
Se puoi permetterti di non essere sempre puntuale, puoi accettare il ritardo dell’altro senza definirlo “inaffidabile”.
Se accetti di non poter “esserci sempre e per tutti”, puoi accogliere la mancanza dell’altro senza incolparlo della tua solitudine o delle tue difficoltà.
Se ti prendi la libertà di ascoltare semplicemente l’altro senza pensare di dover risolvere tutti i suoi problemi, puoi accettare anche che l’altro ti sia semplicemente accanto, senza dargli la responsabilità di risolverti la vita.
Se sei libero di dire “No” a qualcosa che non ti va o non ti piace, puoi accogliere il “no” dell’altro come una possibilità, senza che questo incrini o rovini il vostro rapporto.
Se puoi riconoscere che non sempre fai la cosa giusta, puoi accettare che l’altro ti deluda senza doverti allontanare.
Se concedi a te stesso di commuoverti e di piangere in situazioni in cui “non si deve!”, puoi lasciare anche all’altro la libertà di esprimere le proprie emozioni e vederne la forza e il coraggio che ci sono dietro.
Se puoi cogliere il valore della tua fragilità e della tua vulnerabilità, puoi lasciare all’altro la libertà di vivere la sua tristezza e il suo dolore, senza dovergli dire “Sii forte!”.
Se sei libero di fare scelte fuori dal comune seguendo ciò che senti dentro, puoi dare all’altro la stessa libertà senza etichettarlo come “incosciente”.
Se esprimi la tua opinione anche quando è differente da quella di molti, l’opinione dell’altro può diventare uno stimolo, una ricchezza e non una minaccia.
Se ti concedi di parlare al “cuore” di un tuo superiore e non solo al suo “ruolo”, anche un altro potrà farlo senza che diventi un “ruffiano”.
Se ti dai la possibilità di esprimere la tua rabbia, puoi comprendere la rabbia dell’altro mentre ti esprime ciò che per lui è importante.
Se ti dai il permesso di chiedere quando non sai o quando vuoi qualcosa, permetti all’altro di fare altrettanto senza necessariamente pensare che la sua richiesta sia sciocca, inopportuna o invadente.
Se ti prendi ogni tanto la libertà di giocare e di “fare il matto” puoi lasciarti coinvolgere dalla pazzia degli altri senza considerarli eccessivi o fuori luogo.
Ecco, ci siamo!
Sei proprio tu ora l’ultimo giocatore rimasto in gara!
Esci dal tuo nascondiglio, corri verso la tana e, pronunciando la fatidica frase, libera te e tutti gli altri:
Tana libera tutti!
Lascia pure il tuo commento, mi fa piacere sapere cosa ne pensi!
“Se accetti di non poter esserci sempre e per tutti, puoi accogliere la mancanza dell’altro senza incolparlo della tua solitudine o delle tue difficoltà.”
Alcuni concetti occorre vederli nero su bianco per poterne metabolizzare il significato ed interiorizzarli.
Grazie per avermi aiutato in questo arduo processo.
Ciao Cla,
capisco bene quello che dici.
Ciò che ho scritto nasce sicuramente dalla mia esperienza eppure dargli “voce”, trovare le parole giuste, trovare una forma diversa, metterlo “nero su bianco” come hai detto tu, aiuta spesso anche me a “leggere” in modo nuovo ciò che a volte arriva solo come un pensiero, un’intuizione, una sensazione, una percezione.
Grazie a te per la tua riflessione!
Loretta
Bella riflessione, grazie…!
Repetita iuvant o scripta manent… Abbiamo tutti bisogno di ripetere, scrivere, leggere, per assorbire e fare nostri e tradurre in fatti concreti ciò che spesso, troppo spesso rimangono belle frasi, belle parole snocciolate così per filosofeggiare di quella saggezza da 4 soldi fine a se stessa e che non serve a nulla.
Complimenti a Loretta e a tutti per le riflessioni in merito.